Invidio i mari che lui attraversa –
invidio i raggi delle ruote
della carrozza che lo porta in giro –
invidio le curve colline
che osservano il suo viaggio.
Tutti possono vedere facilmente
quel che invece – ah, cielo –
a me è vietato assolutamente.
Invidio i nidi dei passeri
che punteggiano le sue lontane grondaie –
la mosca soddisfatta sul suo vetro –
e le foglie felici – felici –
che fuori dalla sua finestra
scherzano approvate dall’estate –
gli orecchini di Pizarro
non potrebbero acquistare ciò per me.
Invidio la luce che lo sveglia –
e le campane che gli annunciano con forti
rintocchi il mezzogiorno. Fossi io
per lui il mezzogiorno.
Ma mi vieto di fiorire –
e annullo la mia ape –
per paura che il mezzogiorno
sprofondi me e Gabriele nella notte infinita.
antonio blunda su Orffyreus e il segreto del mot… | |
Nicola su Orffyreus e il segreto del mot… | |
nicolaverderame su Poesia cipriota contemporanea:… | |
wordinprogress su Poesia inglese contemporanea:… |
Discussione
Non c'è ancora nessun commento.