Il sapore dicono perché devono
o forse pensano di dovere così dicono
così dicono dicono non ne ha,
non c’è sapore, solo acqua.
Acqua: il lago vitreo su cui Cristo ha camminato,
la coppa in cui Erode si lavò le dita,
la pioggia che cadde sulle rovine di Troia,
l’ultima parola, l’ultimo balsamo dei viventi.
La stessa acqua, ancora e ancora. Dicono
perché dicono perché devono quindi dicono
si sta esaurendo, prosciugando, ma ce n’è sempre
la stessa quantità che c’è sempre stata.
Siamo noi ad essere di più. Per quanto mi riguarda
ho passato tutti i miei giorni cercando di capire
quello che alla piccola Miss Peaches potesse piacere
e mi spetta un giorno di riposo per il resto della mia vita.
Perciò fuori dal freezer la bottiglia, la bottiglia
verde coperta di brina, la sua etichetta ghiacciata in cirillico,
il bicchiere, e l’acqua accanto al bicchiere.
Russische. Moskovskaya. Stolichnaya.
Quindi questo è il sapore del niente:
niente e poi ancora niente. Niente di niente.
Il sapore dell’aria, del vento sui campi,
il vento attraverso l’estesa foresta umida.
Un ruscello e la pioggia. Mi distendo in giardino
ed apro la bocca alla luna ed alla pioggia che viene giù
e i rami delle sue parole parlano sulla mia lingua
all’interno della mia gola e dicono
Voda
Acqua
Vodka
Voda
Acqua
Vodka
Voda
Acqua
Vodka
Voda
Acqua
Vodka
Voda
Acqua
Vodka
(Traduzione: Raffaella Marzano)
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