La roccia come spugna
Che rotolò giù dalla montagna
Dev’essere soffice e piacevole, si immagina il pesce.
Conchiglie svuotate
Che il mare ha trascinato a riva;
Inconsapevoli del loro farsi pietra,
Vengono lanciate dal bambino tra le onde
Come se ciò che da questa vita
È stato ucciso potesse vivere di nuovo
Il sale di cui è imbevuta la costola della barca
Il profumo porpora del timo
sul grembo degli scogli…
E nel mezzo di tutta questa bellezza
È solo nell’amata che la Bellezza si fa carne,
Trasformandosi in una leggenda
Adatta abbastanza all’arte della poesia.
Il pescatore che diede il titolo a questa poesia
È inconsapevole della bellezza che gli appartiene.
Eppure anche la bellezza vorrebbe essere riconosciuta
Sì da rivelarsi sulla superficie del mare
Sì che l’anima possa portare il corpo
E il corpo l’anima.
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