– Adesso posso entrare.
Ti hanno vestita di bianco.
Ho preso le tue mani per un momento.
Non hanno risposto. Non ci saranno più risposte.
Quella mano che mi ha accarezzato i capelli
sino all’ultima nostra estate. Dalla fronte
alla nuca. Tu che cercavi
qualcosa o che sospettavi qualcosa.
Ormai le tue mani sono state richiuse
sul tuo petto come rose. Rosso sul bianco.
Ormai è l’ora. Stanno aspettando.
(Viso, fronte, mani).
Io vado verso la porta,
che un’aurora boreale, un crepitio delle stelle,
possano riceverti.
La mano sull’apertura della porta.
Scricchiolii nel corridoio. Klipp-klapp,
klipp-klapp, il rumore degli zoccoli
dell’infermiere. Così
finisce la vita nostra.
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