Sento l’angoscia del tempo nel mio animo.
Il mio essere portato via nella vertigine delle sue radici,
Si spopola dei sogni all’urto dei venti
Portatori di foglie morte
Che trascinano la memoria delle origini.
Ho seguito la parola sacra
Fino agli ultimi versanti della speranza,
Ed ho invano cercato rifugio
Dove nulla è al riparo dagli dei.
Smarrito nei lampi dell’uragano
E confuso nei gemiti delle nuvole,
Io ripeto incessantemente le reminiscenze
Di popoli dimenticati all’ombra delle civilizzazioni.
I miei sogni sono bruciati in un turbinio di fuoco.
Gli slogan dei martiri di tutte le rivoluzioni
Si aggiungono ai singhiozzi dei morti nella mia voce,
Come si incastrano nella pietra
I mormorii delle cascate.
Il cammino dell’infanzia si è insabbiato sotto i miei passi,
E i miei propositi infranti di fronte al destino,
Si sono impolverati!
E andando, o ombre solitarie, verso l’infinito
Come le stelle che migrano nel cielo,
Un fiume di lacrime accompagna
Le mie preghiere sotto le rovine.
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