Noi, che siamo sopravvissuti,
a chi dobbiamo la sopravvivenza?
Chi morì per me all’argastolo,
che ha ricevuto la mia pallottola,
al posto mio, nel suo cuore?
Per quale morto io sono vivo,
le sue ossa essendo nelle mie,
gli occhi che gli strapparono, che vedono
con lo sguardo del mio volto,
e la mano che non è la sua mano,
che non è tantomeno la mia,
che scrive parole convulse
dove egli non è, nella sopravvivenza?
1 gennaio 1959
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