un giorno
ho spinto le porte
dell’alba
e mi sono seduto
sotto una veranda
di fronte al mare caraibico
con per unica compagna
una piccola sedia di paglia
che inganno a intervalli
che inganno a volte
le sere di acquazzoni violenti
quando i lampi
hanno cessato il loro dialogo
con una sedia a dondolo
di paglia e le stelle aspre
di un rum di canna
e là
di fronte al mare
i nostri conciliaboli muti
aspettano ogni volta
di ritornare all’infanzia
del suo vagabondaggio
all’adolescenza anche
delle sue utopie che tardano ad estinguersi
un giorno
ho spinto le porte dell’alba
da allora vedo il mondo
attraverso i suoi raggi
pallidi d’ombra e blu di notte
senza le effusioni
delle mie ferite
quel giorno
di fronte al mare caraibico
ho sognato
di una poesia
che da nessuna parte comincia
o allora dall’infanzia
e da nessuna parte finisce
jacmel, 13/07/2006
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