Confessione

Confessione.
Alle rovine dello Yuanmingyuan
(residenza imperiale a Pechino distrutta dagli eserciti europei nel 1860, divenuta simbolo della crisi nazionale cinese)

nascita

possa questa pietra taciturna
testimoniare la mia nascita
possa questo canto
risuonare
nella nebbia fluttuante
in cerca dei miei occhi

dove si infrange la luce grigia
archi e colonne proiettano ombre
e ricordi più oscuri della terra bruciata
immobili come nell’estrema agonia
braccia tese convulsamente al cielo
come ultime volontà
consegnate al tempo
ultime volontà
divenute la maledizione della mia nascita

sono venuto tra queste rovine
in cerca di quella debole stella intempestiva
sola speranza che mi ha illuminato

destino – nuvole cieche
segnano impietosamente la mia anima
non per piangere la morte! Non è la morte
che mi ha attratto verso questo mondo desolato
io resisto a tutta
la desolazione e la vergogna
le fasce del neonato
sono un sole incompatibile con la tomba

nella mia precoce solitudine
chi sa
a quale spiaggia porta questa strada
fosforescente che cantando va verso la notte
un orizzonte segreto
ondeggiando porta a galla sogni remoti
quasi infinitamente remoti
invece della meridiana spezzata sepolta nel fango
c’è solo il vento che alzando una canzone
indica la mia aurora
(trad. di A. Russo)

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