Lo Stabat Mater (dal latino per Stava la madre) è una preghiera – più precisamente una sequenza – cattolica del XIII secoloattribuito a Jacopone da Todi (sec. XIII; ma la questione è controversa).
La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorosa (“La Madre addolorata stava”) è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris (“Oh, Madre, fonte d’amore”) è una invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.
È importante notare che, anche se il testo è in latino, la struttura ritmica è quella del latino medievale e che poi sarà anche dell’italiano: non si hanno sillabe lunghe e brevi, ma toniche e atone, in una serie di ottonari e senari sdruccioli, che rimano secondo lo schema AAbCCb (oltre ad alcune rime interne).
È recitata in maniera facoltativa durante la messa dell’Addolorata (15 settembre) e le sue parti formano gli inni latini della stessa festa. Prima della Riforma liturgica era utilizzata nell’ufficio del venerdì della settimana di passione (Madonna dei sette dolori – venerdì precedente la Domenica delle Palme). Ma popolarissima era soprattutto perché accompagnava il rito della Via Crucis e la processione del Venerdì Santo. Un canto amatissimo dai fedeli, non meno che da intere generazioni di musicisti colti (si pensi solo a Scarlatti, Vivaldi,Pergolesi, Rossini, Liszt). (fonte:wikipedia)
Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. contristátam et doléntem pertransívit gládius. fuit illa benedícta Mater Unigéniti ! pia mater, cum vidébat nati poenas íncliti. Christi Matrem si vidéret in tanto supplício? piam Matrem contemplári doléntem cum Filio ? vidit Jesum in torméntis et flagéllis subditum. moriéntem desolátum, dum emísit spíritum. me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. in amándo Christum Deum, ut sibi compláceam. crucifíxi fige plagas cordi meo válide. tam dignáti pro me pati, poenas mecum dívide. Crucifíxo condolére donec ego víxero. te libenter sociáre in planctu desídero. mihi iam non sis amára, fac me tecum plángere. passiónis fac me sortem et plagas recólere. cruce hac inebriári et cruóre Fílii. per te, Virgo, sim defénsus in die iudícii. morte Christi praemuníri, confovéri grátia. fac, ut ánimae donétur paradísi glória. Amen.
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La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce su cui pendeva il Figlio. contristato e dolente una spada trafiggeva. fu la benedetta Madre dell’Unigenito! la pia Madre vedendo le pene dell’inclito Figlio! al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio? al contemplare la pia Madre dolente accanto al Figlio ? Ella vide Gesù nei tormenti, sottoposto ai flagelli. che moriva, abbandonato da tutti, mentre esalava lo spirito. fammi provare lo stesso dolore perché possa piangere con te. nell’amare Cristo Dio per fare cosa a lui gradita. imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso fortemente nel mio cuore. che si è degnato di patire per me, dividi con me le pene. condividendo il dolore del Crocifisso, finché io vivrò. in tua compagnia, nel compianto. non essere aspra con me, fammi piangere con te. avere parte alla sua passione e ricordarmi delle sue piaghe. che mi inebri con la Croce e del sangue del tuo Figlio. che io sia, o Vergine, da te difeso nel giorno del giudizio. che io sia fortificato dalla morte di Cristo, consolato dalla grazia. fa’ che all’anima sia data la gloria del Paradiso. Amen. |
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