Nella storia diverse persone importanti parlarono della risata: Platone pretendeva che fosse regolamentata nella sua Repubblica perché poteva disturbare l’ordine costituito; Socrate ne raccomandava un uso parsimonioso, come il sale; Aristotele sosteneva che distinguesse l’uomo dalla bestia; Pitagora invece la proibiva ai suoi discepoli; Sigmund Freud la vedeva come una valvola di sicurezza per sfogare energia repressa.
La risata e’ una manifestazione che noi tutti giornalmente proviamo e che e’ in genere associata a comicita’, benessere, umorismo, allegria ma anche a tristezza e rabbia (oltre che a cause fisiche come al gas esilarante o al solletico). Questo lo sappiamo tutti ma, a cosa e’ dovuta questa reazione? Perche’ lo facciamo?
Prima di tutto sappiamo che solo l’uomo e’ capace di ridere, tra gli altri animali solo alcune scimmie se provocate fisicamente (solletico) accennano un riso. Dunque probabilmente e’ frutto dell’evoluzione, di una intelligenza superiore, e’ un qualcosa che ci differisce dalle altre specie. Alcuni studi biologici ci confermano infatti che le prime risate sono da datare a quando l’uomo si evolse in modo tale da mantenere la postura eretta, li’ probabilmente tra vari capitomboli le scimmie-uomo si fecero le prime sonore risate. Gli ominidi al tempo associavano la risata ad una armonia nel branco, molto simile a quando si solleticavano a vicenda per mantenere buone le relazioni (vi assicuro che e’ etologicamente provato). La risata quindi nasce come una sorta di socializzazione di gruppo.
Fisicamente molti studiosi l’hanno analizzata. Hanno trovato che la risata e’ in realta’ un fenomeno molto complesso che coinvolge numerose capacita’ percettive, creative, analitiche e linguistiche. A seconda del tipo di battuta per esempio, nel cervello si attivano aree e meccanismi differenti. Attraverso esami di risonanza magnetica, in grado di rilevare i minuscoli campi magnetici generati dai neuroni quando si attivano, si e’ misurata la stimolazione delle diverse aree del cervello di persone che ascoltavano combinazioni diverse barzellette semantiche (come “Se avete dei puntini di fronte agli occhi non dovreste vedere un dottore? No soltanto i puntini”) e di 30 giochi di parole (ad esempio “Il colmo per un caffe’ lungo? Fare le ore piccole”).
A livello puramente anatomico, capire una battuta semantica necessita dell’attivazione di entrambi i lobi temporali inferiori. E’ infatti qui che si organizzano i processi di elaborazione e comprensione del linguaggio, soprattutto nel lobo sinistro, che gia’ si sapeva deputato al mantenimento dei significati di uso meno comune delle parole, e nell’integrazione di processi cognitivi che richiedono una coerenza globale. E’ comunque necessario il coinvolgimento di entrambi gli emisferi per comporre il puzzle complesso che e’ la giustapposizione di significati diversi, responsabili dell’effetto comico di una battuta. Aree tipicamente deputate all’organizzazione degli elementi basilari del linguaggio, come la grammatica e la produzione di parole e di suoni, come la corteccia prefrontale sinistra e la zona a cavallo tra i due emisferi, intervengono invece nella comprensione di un gioco di parole, la cui comicita’ si basa soprattutto sulle assonanze.
Nonostante i percorsi differenti, gli stimoli di entrambi i tipi di battute finiscono sempre per attivare la stessa area del cervello: la corteccia orbitale prefrontale, posta dietro agli occhi. Questa zona e’ infatti responsabile della componente affettiva dell’umorismo e la sua attivazione produce endorfine (oppioidi endogeni) che creano quella sensazione piacevole e gratificante che induce il sorriso: una sua stimolazione elettrica provoca una risata immediata e irrefrenabile.
Inoltre si e’ scoperto perche’ la risata e’ contagiosa: quando qualcuno ride o scoppia in un sussulto di gioia, nel cervello di chi ascolta si attivano le stesse aree che si accendono quando siamo noi stessi a ridere, il cervello istintivamente lo imita, mettendo in moto i muscoli facciali che permettono il sorriso. E’ uno dei meccanismi regolati dai “neuroni specchio” che rinforzano nell’uomo i vincoli sociali.
Ridiamo insomma perche’ ci fa bene, prima che fisicamente (si utilizzano oltre sessanta muscoli) socialmente. L’evoluzione ci ha portato ad attuare questi comportamenti complessi come la risata, il pianto, le emozioni fino a provare l’amore stesso, recentemente studiato a livello celebrale. Chissa’ se un giorno sveleremo tutti i segreti che racchiudono questi comportamenti riuscendo a capire ancor meglio noi stessi.
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